La Treccani e la lingua di Francesco
Da 'balconare' a 'mafiarsi', un'analisi dei suoi neologismi e altre peculiarità
C' è una lingua particolare di papa Francesco? No, non stiamo parlando dello spagnolo o dell' italiano che usa correntemente da quando è stato eletto vescovo di Roma. Treccani.it, infatti, dedica al linguaggio del Pontefice uno speciale a più voci, che ripercorre il suo modo del tutto speciale di comunicare attraverso un alfabeto comprensivo di parole, gesti e perfino silenzi. Le parole di papa Francesco, si legge nel sito della famosa Enciclopedia sono «piene di dottrina ma glossate o rese con correlative espressioni del parlar comune, in cui luccicano pepite del lunfardo o del porteño ( primerear) », oppure «invenzioni neo- logiche di cui il Papa stesso è ben consapevole ( balconare la vita, nostalgiare, mafiarsi, commosso "turbato").
Al centro di questo Speciale, comunque, dopo anni in cui la lingua di papa Francesco si trova quella che gli autori definiscono «la sapienza della comunicazione papale». Vengono così rilette l' esortazione apostolica Evangelii gaudium (Daniele D' Aguanno) e le encicliche Laudato si' (Giuseppe Patota) e Fratelli tutti (Edoardo Buroni).
Inoltre un saggio di Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, ricorda che nel codice semiotico papale, il silenzio può avere lo stesso valore del verbum. Si ricordi la preghiera solitaria in piazza San Pietro il 27 marzo 2020, in tempo di pandemia. Ma in precedenza anche la silenziosa preghiera ad Auschwitz, nel luglio del 2016. «Il messaggio ha travalicato il perimetro della fede cattolica e si è fatto interprete delle angosce e delle speranze di tutta l' umanità », commenta Gisotti, secondo cui «Francesco, nella sua dimensione di comunicatore, "dove sente, ascolta". Ascoltare, per lui, ha a che fare con l' abc della relazione umana». Del resto, «comunicare significa condividere e la condivisione richiede l' ascolto».
Le analisi degli studiosi mettono poi in rilievo alcune parole e locuzioni-chiave: Patota individua «connesso» ed «ecologia integrale»; Buroni, tra le altre, «prossimo», «amicizia sociale», «fraternità », «cultura dell' incontro»; D' Aguanno (che coglie nell' Esortazione «le tracce di una voce che vuole continuare a farsi ascoltare da vicino, così come in un dialogo anche in una lettura») segnala «inequità». Una parola che in effetti, specie nella prima parte del pontificato colpì molto gli esegeti del Papa. Secondo D' Aguanno si tratta una analisi rietimologizzante che, rispetto al normale iniquità, rende più trasparente per tutti il bene fondamentale dell' equità. (Avvenire)
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